Era la più grande imbarcazione e la più imponente delle opere degli uomini. Sul suo ponte c’erano ufficiali che, oltre a essere l’élite della marina reale britannica, avevano superato rigidi esami in tutti gli studi che riguardavano i venti, le maree, le correnti e la geografia del mare: non erano soltanto marinai, ma scienziati… Eppure, il Titan, non arrivò mai nel porto di destinazione. Questo libro racconta in maniera precisa e dettagliata tutti gli avvenimenti che condussero l’avveniristico piroscafo verso il suo tragico destino. È una storia che sembra ispirata a ciò che accadde al transatlantico Titanic (ci sono incredibili similitudini che iniziano con i due nomi, continuano con altre sconvolgenti somiglianze e terminano poi, con lo stesso tragico tipo d’incidente), se non fosse per un piccolo particolare: il racconto scritto da Robertson è stato pubblicato nel 1898 cioè, quattordici (14!) anni prima dell’affondamento del Titanic. Tuttavia, l’incidente è solo un pretesto per Robertson: lui voleva raccontare ben altro e con “Il naufragio del Titan” ci è riuscito perfettamente.
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